Restauri ed ampliamento
della Chiesa parrocchiale San Prisco
(1585-1604)
Nell’anno 1587 gli
eletti del casale di San Prisco decisero di restaurare la Chiesa
parrocchiale che aveva bisogno di urgenti riparazioni. La decisione
degli eletti fu confermata dal consiglio dell’Università, del quale
facevano parte tutti i capi famiglia, che si riunì con l’autorizzazione
del governatore della città di Capua. In tale occasione si decise di
pagare tali lavori con l’introduzione della gabella sulla vendita del
pane per la durata di quattro anni e di chiedere il regio assenso e il
beneplacito regio su tale nuova imposizione, che a quel tempo era
emanato dal Consiglio Collaterale.
I lavori di restauro
iniziarono dunque nel 1587. Nel 1592 i lavori alla Chiesa del casale
continuarono e fu necessario prorogare l’esazione della gabella,
approvata ancora una volta dal consiglio dell’Università.
Nell’anno 1603 i
rappresentanti del casale di Santo Prisco decisero di continuare i
lavori di restauro e anche di ampliare la Chiesa parrocchiale <<essendo
detta Università di populo numeroso non più per la moltitudine delle
genti la parrocchiale d’essa Università essere capace di quelle>>;
inoltre erano necessari urgenti riparazioni ad un muro <<minacciando
roina, per essersi cominciato a distruggersi>>; i cittadini si
lamentavano di non riuscire più ad udire la messa, <<né sentire le
prediche, e li sermoni>>.
Il consiglio
dell’Università approvò la continuazione della gabella sulla <<venditura
del pane>> per affrontare le ingenti spese, sperando di introitare 300
ducati l’anno da tale imposizione. Si elessero come deputati ed economi
della Chiesa parrocchiale dell’Università Giovan Alfonso d’Angelo e Luca
Russo.
Un
fatto molto strano fu la questione dell’affitto di tale gabella
nell’anno 1603, in passato affittata da Mazzeo Boccardo, patrizio
capuano trasferitosi nel casale in seguito al matrimonio con Sabba de
Monaco di S.to Prisco. In un primo momento fu affittata da Fabrizio
Petreccione del casale di Casapulla per un totale di 175 ducati, ma
questi rinunciò spontaneamente a tale affitto in favore di Mazzeo
Boccardo che si accordò per 166 ducati, una somma inferiore a quella
precedente.
Nell’anno 1604, per
maggior cautela da parte dell’Università di S.to Prisco, fu deciso di
chiamare delle maestranze più qualificate per far eseguire i lavori
della fabbrica della Chiesa parrocchiale; probabilmente in un primo
momento i lavori erano stati fatti in economia da maestranze locali. Il
contratto fu stipulato nel casale di San Prisco alla presenza del notaio
Giulio Antonio Buompane del casale di Casapulla, del rettore curato don
Luca Pisano e dei rappresentanti dell’Università. I “fabricatores”
chiamati al compito di riparazione e costruzione della Chiesa
parrocchiale (nell’atto notarile si affermava: <<fabricare in d.a
ecclesia S.ti Prisci tam in reaparatione et in edificatione et augmento
ecclesia predette>>) furono: Giuseppe Grillo della Torre di caserta,
Alessandro l’Antinolfo e Lorenzo Perreca, entrambi di Caturano, Alfonso
di S. Egidio di S.to Prisco e Matteo Genovese di S. Maria Maggiore.
Fra i lavori convenuti
vi erano: lavorare ai pilastri, compito affidato a Giuseppe Grillo della
Torre di Caserta, scarpellare, fare la tonaca e stuccareed altro.
I lavori dovevano
essere eseguiti entro il mese di settembre del 1604 e la misura e
l’apprezzo doveva essere condotta dal magnifico Giovan Filippo d’Antinolfo,
domiciliato in Capua (probabilmente di S. Maria Maggiore, insieme ad un
altro esperto eletto dalle parti.
Mentre i lavori alla
Chiesa proseguivano i rappresentanti dell’Università decisero di
affidare alle predette maestranze altri lavori da fare al campanile
della Chiesa e ancora il completamento dei lavori già iniziati.
L’accordo fu raggiunto con Giuseppe Grillo e Alessandro Antinolfo,
presenti il rettore della Chiesa don Luca Pisano e gli economi Luca
Russo e Giovan Alfonso d’Angelo, per la somma di 85 ducati. Le parti di
accordarono di costruire il campanile con <<cornicioni di peperno nero
[…] di fare d.o campanile a otto angoli di palmi 14 incirca>>. Inoltre,
occorreva rinnovare <<la cornicia che sta fatta in d.a fabbrica
incominciata si debba fare a proprie spese di esse fabricatori […] che
tanto la fabbrica fatta quanto quella da fare tutta s’habbia da
increspare ad arbitrio di detti maestri et economi>>.
Nell’ottobre del
medesimno anno alla presenza del rettore Pisano e degli economi della
Chiesa, si rinnovò l’affitto della gabella sulla vendita del pane, che
rimase nuovamente nelle mani di Mazzeo Boccardo, che era diventato il
detentore unico, con un’offerta di soltanto 156 ducati, una somma ancora
minore rispetto a quella dell’anno precedente.
Luigi Russso
Fonti:
Archivio di Stato di
Napoli, Consiglio del Collaterale, Provvisioni, Iа serie,
voll. 18 e 33.
Archivio di Stato di
Caserta, Atti del Notaio Pietro Musto, a. 1588.
Archivio di Stato di
Caserta, Atti del Notaio Giulio Antonio Bompane, aa. 1603 e 1604.
Bibliografia:
L. Russo, La chiesa
arcipretale di S. Prisco e S. Matrona dalle origini alla fine del ‘700,
San Prisco 2002.
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