Profilo
storico di
Carlo Pellegrini
Patrizio Capuano
di Luigi
Russo
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Un
altro importante personaggio che visse e fu legato a San Prisco fu
Carlo Pellegrini, che nacque in Capua il 26 settembre 1772 da Pompeo
del quondam Gaspare e Lucia Torelli dei baroni di Romagnano.
Nel 1754 il nonno
don Gaspare Pellegrino del fu don Pompeo, patrizio capuano, viveva
in Capua con D.
Isabella di Caprio, moglie di 44 anni, don Pompeo, figlio di 21 anni
(padre di Carlo), il clerico don Cristofaro, figlio di 15 anni, don
Nicola,
figlio di 14 anni, don Camillo, figlio di 13 anni, D. Maria Grazia,
figlia di 16 anni, D Teresa Menecillo, zia “privilegiata napoletana”
di 78 anni, D. Caterina Menecillo, zia di 70 anni, e D. Antonia di
Caprio, cognata “in capillis” di 43 anni.
I
Pellegrino abitavano in una casa di loro proprietà di più camere
superiori e inferiori con un piccolo giardinetto nel ristretto
della parrocchia di San Salvatore Maggiore, confinanti coi beni
della medesima parrocchia e del marchese di Montanara. Don Gaspare
aveva in Capua anche una masseria di fabbrica con torretta con circa
100 moggia di territorio “fenile” nella località denominata al
Pellegrino. Inoltre, possedeva diversi beni nei casali di
Musicile, Macerata e S. Prisco. In quest’ultimo casale aveva 5
moggia e 11 passi di terreno nella località a’ Cisterna,
confinanti coi beni di Massimilio Salzano e quelli di Alessandro
d’Angelo.
Studiò in Capua e
fu apprezzato come giovane di alta intelligenza e finissima cultura.
Nel 1799 in
seguito al divulgarsi delle idee repubblicane francesi divenne
fervente repubblicano ad Alessandro d’Azzia di Capua, al canonico
Francesco Perrini di Curti e al vescovo Michele Natale di Casapulla.
Caduta la Repubblica Napoletana il Pellegrini si rifugiò con i suoi
amici fino al 28 luglio nella fortezza di Capua, quando la città
venne resa alle truppe alleate. Il 29 luglio il Pellegrino, con i
predetti amici uscirono da Capua vestendo la divisa dell’esercito
francese per imbarcarsi a
Napoli su una nave
inglese, dove il Natale fu riconosciuto da marinai della sua
diocesi, fu portato nel carcere della Vicaria di Napoli, poi al
Castello del Carmine e infine condannato alla forza il 20 agosto
1799 in pubblico nel Largo del Mercato.
Nel 1800 fu inviato in esilio a Marsiglia sotto la minaccia di pena
di morte se fosse tornato senza permesso reale.
Ritornato in
Italia, nel 1804 sposò Barbara Invitti dei principi di Conca
In seguito si
ammalò e si stabilì con la moglie in San Prisco, nel palazzo di
Giovan Battista
Boccardi nella Strada della Piazza [attuale Via Michele Monaco] dove
morì il 16 ottobre 1816.
FONTI
Archivio Comunale di Capua presso la Biblioteca del Museo Campano di
Capua, Catasto Onciario della città di Capua, n. 1146.
Archivio di Stato
di Napoli, Regia Camera della Sommaria, Patrimonio, Catasti Onciari,
S. Prisco.
Archivio di Stato
di Caserta, Stato Civile, S. Prisco n. 9, morti, a. 1816.
Filiazione dei rei
di Stato condannati dalla Suprema Giunta e dai Visitatori generali
in vita ed a tempo di essere asportati dai reali domini,
Napoli 1800.
Cenni storici
biografici di monsignor Michele Natale, vescovo di Vico Equense,
a cura di Felice Provvisto, Pomigliano d’Arco 1999.
L. RUSSO, San
Prisco nel Settecento, di prossima pubblicazione.
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