Profilo
storico di
Domenico
Cipriano
medico condotto e sindaco
di Luigi
Russo
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Uno dei personaggi più
interessanti della storia locale fu certamente Domenico Cipriano
(o Cipriani), medico di San Prisco, esponente di spicco della
setta carbonara locale e molto impegnato nell’amministrazione
comunale come secondo eletto, decurione e sindaco.
Domenico nacque nel 1787 ca. da
Raffaele e Maria Caporaso in una famiglia benestante che lo
sostenne nei suoi studi culminati con il dottorato in Medicina e
Filosofia in Napoli, studiando e lavorando per dieci anni
all’Ospedale degl’Incurabili.
Nel 1810 morì la madre in Santa
Maria di Capua e nel 1812 il Cipriano sposò in Capua Rosa
Taddeo, figlia del negoziante e “maccaronaro” Saverio e Maria
Sanges. Testimoni di nozze furono: Giovan Battista Boccardi e
Francesco Baja di San Prisco e Gaetano Casertano e Domenico
Cappabianca, domiciliati in Capua.
Egli fu un acceso carbonaro e
nelle fonti di polizia risultò essere oratore della vendita
carbonara di San Prisco denominata “Torre fiorita”, che faceva
capo al gran maestro Luigi Marotta, al primo assistente
Francesco Ruggiero, al secondo assistente Gabriele Valenziano
(parente del Cipriano) e al segretario Antonio de Monaco. Altre
fonti di polizia sostenevano però che il Cipriano era stato
qualche volta oratore in sostituzione di Francesco Ruggiero ed
aveva ricoperto il grado di oratore in un’altra vendita
carbonara detta “Perfetta Armonia”, composta di pochi individui
e di breve durata, che ebbe come gran maestro Gaetano Valentino.
Il 31 gennaio 1816 fu nominato
medico “condottato” del Comune di San Prisco dall’intendente
Giambattista Colajanni, su proposta del Decurionato con lo
stipendio di ducati 15,56, esercitando tale carica fino alla
morte insieme al suo impegno nell’amministrazione locale.
Dal 1821 al 1824 fu decurione
ricoprendo più volte la funzione di segretario del Decurionato;
nel 1828 fu nominato sindaco e rimase in carica oltre il
triennio perché sostituito soltanto nel maggio del 1832 dal suo
amico e compare di nozze Francesco Baja. Il suo mandato doveva
concludersi nel 1830, ma per vari problemi relativi alle terne
proposte dal Decurionato la sostituzione avvenne dopo quasi un
anno e mezzo.
Nel 1828 ci furono diverse accuse
e tentativi di delegittimarlo e ottenere la sua sospensione per
varie motivazioni: i suoi trascorsi carbonari, trascurava la
carica di medico condotto e di sindaco per seguire i suoi affari
in Capua (ricordiamo che il suocero Saverio Taddeo era morto nel
febbraio 1827), era consigliato da personaggi intriganti, aveva
favorito il fuoriuscito “Cappottiello” e aver tentato vari
intrighi a danno dell’amministrazione locale. Molte delle accuse
non furono confermate e il Cipriano rimase al suo posto. Il
commissario di polizia del circondario di Santa Maria informò
l’intendente che dietro i vari ricorsi contro il sindaco vi era
il cancelliere comunale Pietro di Monaco. Tra i due vi era un
fortissimo astio ed erano accesi nemici al punto che non si
parlavano se non attraverso note e fogli scritti ed evitavano di
rimanere nello stesso luogo nella casa comunale.
Non fu un caso che dopo qualche
anno e precisamente nel 1830 ci furono diversi ricorsi contro il
notaio Pietro di Monaco per diverse accuse, non tutte
confermate, che portarono alla sua sospensione. Probabilmente il
Cipriano alimentò in modo anonimo le predette accuse. In seguito
il cancelliere fu però reintegrato nella carica.
Negli anni 1836-37 fu ancora
decurione e partecipò attivamente all’attività politica locale
continuando a svolgere la sua attività di medico per i poveri
del Comune raggiungendo uno stipendio massimo di 45 ducati.
Il Cipriano morì il 30 ottobre
1843 nella sua abitazione di Strada Sambuci all’età di 56
anni circa, lasciando la moglie Rosa Taddeo.
In seguito la moglie del Cipriano
fece richiesta per ricevere una pensione per il servizio di
circa 27 anni come medico condotto del marito e il Decurionato
si espresse favorevolmente nel marzo 1844. Nel mese di luglio il
Consiglio d’Intendenza approvò una pensione di ducati 7,50,
corrispondente alla sesta parte dell’ultimo stipendio del
Cipriano (ovvero 45 ducati). Il 28 luglio 1844 la pensione per
Rosa Taddeo ottenne l’approvazione definitiva dal Ministro
dell’Interno Nicola Santangelo.
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