Profilo
storico di
Francesco di
Ruggiero
Sindaco e Carbonaro
di Luigi
Russo
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Introduzione
Fu
personaggio singolare che nacque, visse e morì in San Prisco.
Nato da una famiglia nobile originaria del Salernitano, studiò
Legge e divenne avvocato. Partecipò attivamente alla vita
pubblica cittadina come decurione e sindaco e mantenne la carica
di decurione fino al 1860. Fu un elemento di spicco della
Carboneria locale e nel 1848 lo ritroviamo come comandante della
Guardia Nazionale di San Prisco.
La
famiglia
La
famiglia de Ruggiero è ritenuta da molti studiosi di origine
normanna, feudataria sin dal XIII secolo, iscritta nell’elenco
delle famiglie baronali sin dal 1200. La ritroviamo un po’ in
tutto il regno di Napoli.
Trotula o Trottola de Ruggiero, prima donna medico attestata
nella seconda metà dell’XI secolo presso la Scuola medica
salernitana, secondo un’antica tradizione apparteneva
all’illustre famiglia de Ruggiero.
Giovanni de Ruggiero nel 1295 fu inviato da Salerno dal Papa per
pregarlo di non investire del regno il Duca di Calabria alla
morte di suo padre.
Carlo de Ruggiero fu regio consigliere della Camera di Santa
Chiara del re Ferrante I.
Francesco de Ruggiero di Salerno nel 1535 acquistò i feudi di
Torchiara, Copersito e Rutino da Ferrante Sanseverino per 5500
ducati.
Fu ascritta nel Registro delle piazze chiuse di Salerno con il
cognome de Ruggieri e in seguito fu inclusa nel sedile di Porta
Rotese.
Si ritrovano sue notizie anche a Napoli, L’Aquila, Capua e
Foggia. Il ramo principale si estinse nelle famiglie Pescara e
Gaetani.
Nascita e
attività di Francesco
Francesco
nacque in San Prisco da don Ascanio de Ruggiero e donna Maria
Cimaglia nel 1792.
Studiò Legge in Napoli ed intraprese la carriera forense in
Santa Maria di Capua.
Nel 1817 erano presenti in San Prisco Giosuè e il prete don
Michele Ruggiero (proprietari in Santa Maria di Capua insieme
agli eredi di Carlo di Napoli).
Sposò Maria Arcangela Natale di Casapulla, appartenente ad una
delle maggiori famiglie della provincia, e fissò la sua dimora
in San Prisco, ma dal matrimonio non nacquero figli.
Francesco nel 1819 fu nominato sindaco e mantenne la carica fino
al 1821. In questi anni partecipò in prima linea alle attività
della setta carbonara denominata Perfetta armonia,
rivestendo il grado di primo assistente e in seguito fu anche
oratore della setta Torre fiorita
Continuò ad impegnarsi nell’amministrazione civile locale,
ricevendo la nomina di decurione nel 1826 e mantenendo tale
carica per lunghi periodi, durante i quali ricoprì l’incarico di
deputato alle opere pubbliche. Fu nominato conciliatore e fu
anche procuratore del Comune di San Prisco.
Fu in buoni rapporti con la famiglia Boccardi e nel 1835 in
occasione del matrimonio di Maria Cristina, figlia di Giovan
Battista, con Giuseppe Vetta di Capua, fu suo procuratore e
testimone in chiesa; mentre Saverio Boccardi, fratello di Maria
Cristina, fu procuratore del Vetta.
Alla morte del sindaco Francesco Baja nel 1837 fu posto nella
terna per sindaco, insieme ad Antonio Sanzò e Salvatore di
Monaco, ma allora fu prescelto il Sanzò.
Nel 1842 ricoprì anche la carica di giudice supplente del
Tribunale Civile di Santa Maria di Capua.
Fu testimone delle nozze, svolte nel maggio del 1844, fra
Giovanna Maria Giuseppa di Monaco, figlia del notaio e
cancelliere comunale Pietro, e Vincenzo Francesco Giovanni
Portolano di Capua.
Nel periodo rivoluzionario del 1848 entrò a far parte della
Guardia Nazionale rivestendo anche il grado di comandante di
quella di San Prisco.
Nel
1850 fu patrocinatore del Comune e nel 1851, dopo molte
candidature, fu nominato consigliere distrettuale del distretto
di Caserta e ricevette il titolo di cavaliere.
Fu di nuovo decurione dal 1858 fino al 1860, quando fu
sostituito per il deperimento delle sue condizioni psichiche.
Morì in San Prisco nella sua abitazione di Strada Piazza
il 23 gennaio 1862 all’età di 70 anni, assistito da amici e
dalla moglie Maria Arcangela.
Nel suo atto di morte è denominato «de’ Principi di Salerno»,
per attestare la sua discendenza da famiglia nobile, anche se la
sua famiglia non ricevette mai alcun titolo di principe.

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