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Brevi note sui monumenti della città


FORNACE DEL VI sec. a.C.

Di eccezionale rilevanza storica è l’antica fornace a pianta rettangolare risalente al VI secolo a.C., trovata nel territorio di San Prisco, al confine con quello di S. Maria Capua Vetere. Essa era destinata alla produzione di tegoli piani; quest’ipotesi è stata confermata da notevoli resti di cottura ritrovati nelle sue vicinanze. La fornace era inserita in un abitato costituito da abitazioni a pianta quadrangolare sviluppatesi sempre ne corso del VI secolo a.C..

 

TEMPIO DI GIOVE TIFATINO

La sua costruzione, sulla base di studi epigrafici, è fatta risalire al periodo compreso fra il III e il II secolo a.C. sulle pendici del monte Tifata in località Costa delle Monache, come già sostennero molti autori classici, diversi storici e il Beloch. Anche in Capua Giove era venerato come la divinità preminente e vi era nell’antica città la Porta Jovis che conduceva, attraverso il territorio di San Prisco, al tempio, denominato anche Capitolium.

Dell’alzato dell’edificio non si conserva nulla era impiantato direttamente sulle rocce. Sono stati ritrovati molti resti di lastrine di marmo, tessere bianche (probabilmente appartenenti al pavimento costituito a mosaico) e altri materiali.

 

CARCERI VECCHIE

Mausoleo della prima età imperiale (I secolo d.C.) situato sulla via Appia, vicino alle mura dell’antica Capua. Verso la metà del XIX secolo (sicuramente dopo il 1839) l’ingresso originario dell’imponente monumento funerario fu ostruito dalla costruzione dalla costruzione della Cappella di S. Maria della Libera.

Il monumento è a pianta centrale con corpo anulare esterno e un corpo anulare esterno ed uno più interno cilindrico. L’esterno è in opus reticolatum. La cella funeraria è a croce greca con copertura a botte, i cui bracci sostengono al centro una cupola a crociera ogivale. Alcuni frammenti di affreschi testimoniano l’originaria presenza di una ricca decorazione, databile all’età augusteo - tiberiana, asportata in epoca imprecisabile.

 

CHIESA ARCIPRETALE DI SAN PRISCO

Seconda la tradizione Matrona, figlia di un signore della Lusitania, la fece costruire dopo aver ritrovato il corpo di Prisco, giunto a Capua con l’apostolo Pietro nell’anno 506.

Molti studiosi ritengono che sia stata costruita fra il V e l’inizio del VI secolo d.C. su un’antica area cimiteriale, come dimostra il ritrovamento di numerose iscrizioni.

Nel 1587 si fecero consistenti diversi lavori di restauro. Nel 1604 furono fatti altri consistenti interventi di restauro alla chiesa e al campanile da parte di maestranze della Torre di Caserta, Caturano, S. Prisco e S. Maria Maggiore. Altri lavori furono fatti nel 1616.

Molto più consistenti furono i lavori di restauro iniziati il 1759 e completati verso il 1791-92, in tale arco di tempo la chiesa fu quasi rifatta. Il campanile fu ricostruito distante dalla chiesa, anche il frontespizio, pavimenti, altari orchestra, organo, porta maggiore. I lavori furono fatti da Antonio Tramunto  di S. Maria Maggiore e da Nicola Rubino di Capua, ma abitante in S. Prisco. I disegni erano di Pietro Leonti, “regio ingegnere” di Napoli.

 

 

CAPPELLA DI SANTA MATRONA

E’ un sacello funerario probabilmente annesso alla primitiva basilica paleocristiana; ha la pianta quadrata che reca agli angoli colonne di spoglio sulle quali sono evidenti antichi capitelli, che sorreggono quattro archi abbastanza profondi. La preziosissima decorazione musiva, considerata una delle più importanti della pittura paleocristiana dell’Italia meridionale, qui ancora legata a moduli classici.

La decorazione si compone nella volta  e su tre lunette di un ricchissimo mosaico che si dipana su uno sfondo di colore azzurro intenso con vari motivi tipicamente classici con colori dai toni freddi e lumeggiature in oro.

 

CHIESA DI S. MARIA DI LORETO

La cappella fu fondata per devozione popolare su impulso dei Gesuiti, probabilmente nella seconda decade del Seicento. Nel 1614 si costruiva il monastero dei Gesuiti, soppresso nel 1655 insieme alla chiesa. Nel 1751 la Cappella divenne “laicale”, retta ed amministrata da economi laici.

La chiesa fu quasi rifatta fin dalle fondamenta nel periodo fra il 1830 e il 1835 (anno dopo il colera), quando divenne parrocchia con decreto arcivescovile del cardinale Francesco Serra di Cassano. Tuttavia la nomina parrocchiale e la benedizione della parrocchia fu fatta nel 1838 dallo stesso arcivescovo.

 

CHIESA DI S. MARIA DI COSTANTINOPOLI

Probabilmente fu fondata all’inizio del XVII secolo per devozione degli abitanti dell’Università di San Prisco.

Nel 1789 si fecero enormi lavori di ristrutturazione al Cappellone, alla copertura in lamia, all’altare e al pavimento con un appalto affidato dall’Università a maestranze locali. Giovanni Tramunto di Capua fu il perito e il direttore della fabbrica, redigendo i disegni e le minute dei lavori. L’anno seguente la misura e l’apprezzo dei lavori furono poi affidati a Luigi Iannotta, regio ingegnere di Capua.

La Chiesa divenne parrocchia il 20 marzo del 1835 con decreto arcivescovile del cardinale Francesco Serra Cassano e con l'approvazione del Re Ferdinando II il 13 Ottobre dello stesso anno.

La facciata della chiesa è di ordine toscano. L'interno presenta elementi rinascimentali e barocchi. I pilastri recano capitelli compositi (di ordine corinzio e ionico).

 

TORRE DELL’OROLOGIO

La costruzione della Torre dell’Orologio fu affidata nel maggio del 1776 dagli eletti dell’Università di Santo Prisco a Matteo Iannotta e Francesco Salemme, maestri muratori di S.to Prisco, e Antonio di Lillo di Casapulla. I lavori furono fatti non per appalto, ma in economia.

L’Università nel 1787 fece rifare le campane dell’orologio, insieme a quelle del campanile della chiesa arcipretale. Precedentemente l’orologio era situato proprio su tale campanile.

 

A cura del Dott. Luigi Russo