Tante piccole foto per raccontare il
proprio paese, la sua storia, la sua evoluzione nell’arco di tutto
il ’900. Ecco la brillante idea venuta al professore Franco Monaco,
da sempre attratto dal fascino della ricerca, dalla riscoperta della
storia e delle tradizioni del suo paese : San Prisco.
Accompagnato dalla sua perenne
aspirazione pedagogica, come educare le nuove generazioni alla
conoscenza del passato, determinante per il presente, in modo da
mantenere viva la memoria Storica.
Con l’entusiasmo di un bambino ne
parla con i suoi amici dell’Associazione “Università di Santo
Prisco” e immediatamente inizia l’avventura. Tutto deve essere
pronto per il nuovo “millennio” , San Prisco deve avere una mostra
fotografica permanente, attraverso la quale ricostruire un secolo
della sua storia.
Inizia una raccolta porta a porta, le
famiglie vengono informate del progetto, volentieri aprono i loro
cassetti, mostrano le foto di famiglia “ingiallite” che
generosamente affidano ad altri. Scatolami contenenti centinaia di
fotografie, la maggior parte in bianco e nero, analizzate,
selezionate, raggruppate per tematiche, riprodotte ed ingrandite.
Un notevole contributo è offerto dallo studio fotografico “Pezzella”,
i titolari Antonio e Gaetano aprono il loro archivio contenenti
fotografie che risalgono al secondo dopoguerra quando il loro papà
Salvatore ha avviato l’attività.
Un lavoro lungo e certosino ma allo
scoccare della mezzanotte del 2000 tutto è pronto, si aprono i
battenti della mostra.
Che meraviglia! Il secolo trascorso è
lì a portata di occhi sotto il vetro di enormi tabelloni.
Il giovane ritrova i tratti somatici
in un nonno, in un genitore, in un parente mai conosciuto; l’adulto
si riconosce e sorride, rievocando il momento immortalato da quella
fotografia.
Una lunga galleria di primi piani,
bambini ritratti a scuola in banchi di legno scuro che portano il
calamaio per l’inchiostro; immediatamente si notano le somiglianze
con qualcuno che si conosce.
Le foto di gruppo delle scolaresche,
rigorosamente divise in maschili e femminili, mostrano
l’autorevolezza degli insegnanti del passato. Il settore dedicato
allo svago porta al momento delle “scampagnate” , in occasione delle
feste patronali e del lunedì di Pasqua, sui monti Tifatini, che si
presentano integri e ricchi di vegetazione tanto che ci si chiede
come abbiano potuti ridurli così come sono oggi. Uomini e donne che
ballano al suono di una fisarmonica, qualche giovane imbrillantinato
che fa mostra di sé ad una giovane donna con il volto imbiancato da
diva.
Ci sono le foto dei Santi Patroni, San
Prisco e Santa Matrona, portati in processione per le diverse vie
del paese in occasione della festa del primo di Settembre; a volte
si riconosce qualcuno in quella folla che passeggia per le strade
addobbate con le luminarie.
Il settore matrimoni è molto ricco
tante le foto che ripropongono questo evento; un primo piano di
sposi che sorridono all’obbiettivo, una coppia che si mostra
,invece, severa, lo scambio degli anelli, il corteo per le strade
del paese, i bambini che mangiano confetti, le interminabili
tavolate.
Queste fotografie trasmettono vera
allegria e apprezzamento per quello che probabilmente era l’unica
occasione per un momento di svago.
Molto interessante è l’angolo dedicato
ai lavori artigianati del passato, mettendo in evidenza soprattutto
i giovani di bottega che imparano un mestiere: il falegname, il
maniscalco, il barbiere, il fornaio; gruppi di ragazze, sedute in
circolo, che apprendono il ricamo, il cucito oppure la tecnica di
imbottitura delle coperte pesanti di una volta.
Flash di vita quotidiana sono
racchiuse in quelle foto che mostrano una vecchia che lavora ai
ferri, una giovane che allatta l proprio bambino, una donna che
prepara la pasta o la conserva di pomodori, bambini sorridenti che
fanno il bagno in un enorme catino. Tutto all’aperto, quasi per
strada. Inimmaginabile per noi che viviamo oggi in “gabbie dorate”.
La mostra è un successo richiama
sempre numerosi visitatori, i suoi ideatori sono felici.
Bisogna però fare di più, mettere
tutte le foto sul sito www. San Prisco. Net in modo che anche chi
sta lontano possa ammirarle e conservare attraverso esse le proprie
radici. Lavoro che richiede tempi lunghi, solo in parte realizzato
ma che si è interrotto.
Lo scorso 9 Agosto il professore
Franco Monaco ci ha lasciato. San Prisco lo ricorda e lo ringrazia
per le tante iniziative storico-ambientali il cui obiettivo sempre
quello di trasmettere informazioni e cultura. Ci si augura che il
lavoro di Franco venga continuato dai suoi amici- collaboratori e
che Alfonso Rosmino raccolga la sua eredità.
Claudia
Monaco
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