BULIMIA
NERVOSA
La Bulimia Nervosa (letteralmente “fame da lupo”) è una
malattia caratterizzata da abbuffate di cibo associate a modalità
inadeguate messe in atto per evitare l’aumento di peso.
Si definisce abbuffata o crisi bulimica un’ingestione,
in un determinato periodo di tempo, di una quantità di cibo, ricca di
grassi e carboidrati, più grande rispetto a quanto la maggioranza degli
individui assumerebbe in circostanze simili; è naturale che un’
abbuffata in giorni festivi seguiti da sensi di colpa (come avviene di
solito durante le festività natalizie) non è da considerarsi l’inizio
della malattia. Una crisi bulimica è inoltre accompagnata da sensazione
di perdere il controllo ed avvengono in solitudine: quanto più
segretamente possibile. L’episodio può essere più o meno pianificato, ed
è di solito caratterizzato dalla rapidità dell’ingestione del cibo.
L’abbuffata si prolunga fino a che l’individuo non si sente “così pieno
da star male”. Subito dopo l’abbuffata le persone si sentono sollevate
ma successivamente si presentano depressione, preoccupazione eccessiva
per l’aumento di peso, senso di fallimento e rabbia per il mancato
controllo.
Questo disturbo colpisce maggiormente le giovani donne
tra i 18 e i 25 anni in una condizione di normopeso o soprappeso e che
si preoccupano eccessivamente per l’ alimentazione. Il disturbo sorge
in adolescenza dopo minaccie all’autostima come fallimenti scolastici,
problemi sentimentali e commenti sull’aspetto fisico. In altre fasce di
età si evidenziano esperienze di perdita, lutto, separazioni. La durata
media della malattia è di circa 5 anni.
Anche per la
Bulimia l’eziopatogenesi è da ricondursi all’interazione tra fattori
biologici, con modificazioni delle endorfine; sociali, quali la ricerca
della magrezza , la disponibilità di cibo; e fattori psicologici come
difficoltà per problemi adolescenziali, disagio per il proprio aspetto
fisico e bassa autostima. Si sottolinea anche un rapporto competitivo
e/o di difficoltà di separazione dalla madre che si evidenzia nella
scarsa autonomia e nell’uso del proprio corpo come oggetto transizionale.
Le famiglie
delle pazienti bulimiche presentano una presenza maggiore di
depressione, rapporti conflittuali e difficoltà comunicative in cui le
ragazze si sentono trascurate e sole.
I soggetti con Bulimia
Nervosa tipicamente si vergognano delle loro abitudini alimentari
patologiche e tentano di nasconderle, sono ansiose, presentano scarsa
autostima, scoppi improvvisi di aggressività e rabbia, presentano
comportamenti autolesivi, abuso di sostanze e comportamenti sessuali a
carattere autodistruttivo. . Tutto ciò favorisce l’ isolamento, il
ritiro sociale e la diminuzione del livello di autostima e di
depressione.
I criteri diagnostici
classificati nel DSM IV: sono ricorrenti
abbuffate, sensazione di perdita di controllo, condotte di eliminazione
inadeguate come uso di lassativi, vomito indotto, digiuno o esercizio
fisico eccessivo, livelli di autostima influenzati della forma fisica e
dal peso corporeo ed inoltre si diagnostica quando le abbuffate
avvengono almeno due volte alla settimana per tre mesi.
Si deve anche specificare che vi sono due
sottotipi: Con condotte di eliminazione in cui i soggetti
presentano regolarmente nell’episodio vomito autoindotto o uso
inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi e senza condotte
di elinimazione in cui vomito autoindotto, uso inappropriato di
lassativi, diuretici od enteroclismi sono assenti ma sono presenti altri
comportamenti compensatori inappropriati quali il digiuno e l’attività
fisica eccessiva.
Prima di diagnosticare un disturbo di
Bulimia Nervosa bisogna fare una diagnosi differenziale con la sindrome
di Klein – Levine, disturbo Depressivo Maggiore e Disturbo Borderline di
personalità.
Il trattamento comprende la farmacoterapia,
la terapia individuale, di gruppo, familiare e la terapia di
riabilitazione nutrizionale. Per la farmacoterapia si usano
antidepressivi, ansiolitici e stabiliozzatori dell’umore. Gli interventi
psicoterapeutici sono finalizzati alla riduzione del trattamento
bulimico e alla modificazione della struttura psichica ma
l’impostazione del trtattamento si basa sull’età del soggetto, sulla
consapevolezza della malattia e sulla motivazione del paziente.
Maria Riello
Galleria Fotografica
 
|