TRE GENERAZIONI DI SCOUT A
CONFRONTO
Il 2005 si chiude con un evento
speciale per la città di San Prisco: l’apertura
dell’anno
celebrativo dei quarant’anni dalla fondazione del Gruppo Scout,
avvenuta
Domenica 11 dicembre, con la
celebrazione Eucaristica presieduta dal Parroco
don Enzo Di Lillo e dagli A. E. Scout. Ne è
seguito un momento di festa nella scuola elementare di via Verdi,
nei cui locali una mostra fotografica ha ripercorso la storia
dello
scoutismo a San Prisco e i momenti più significativi e memorabili
del gruppo.
Ritorniamo indietro fino al 1961 quando Mimmo Abbate,
ritornato da Parma,
incontra Padre Oreste Verazzo Oblato di Maria
Immacolata, assistente di gruppi
giovanili della parrocchia di Loreto. Reduce da un’esperienza scout a S. Maria
a Vico
negli anni ’50, è proprio padre Verazzo
ad insistere e a sollecitare
il giovane ad iniziare anche nel loro
paesino l’avventura dello Scoutismo.
Questo movimento ha radici molto
profonde risalenti a inizio ‘900.
Fu il generale inglese Sir Robert
Stephenson Smyth Baden – Powell,
una volta congedatosi dall’esercito e dalle tante battaglie combattute
in India e in Sud Africa, a
dedicarsi totalmente all’educazione dei giovani e ad ideare
il
“METODO SCOUT” che asseconda la naturale propensione degli
adolescenti verso l’avventura e lo spirito di gruppo. Recuperando i
giovani di strada, questo metodo
li educava ad essere cittadini
responsabili, tesi alla ricerca della pace tra i popoli.
Lui, Baden
– Powell, che aveva sempre servito l’arma inglese e partecipato a
guerre
contro altri esseri umani.
Dopo la sua morte, avvenuta nel 1941,
il movimento scout si diffonde in tutto
il mondo, anche in Italia, trova in
gran parte di esso sempre nuovi iscritti,
il cui numero incrementa
vertiginosamente fino a toccare, alla fine degli anni ’90,
quasi 200.000 associati.
Come ogni storia, anche quella dello
scoutismo italiano incontra ostacoli e sofferenze.
Dal 1927, una serie di decreti
fascisti sempre più duri contro il movimento educativo, costrinse le
associazioni a sciogliersi, le cui attività ripresero solo negli
anni ’50.
Per il gruppo sanprischese, dopo varie
esperienze di campi estivi,
arriva il 12 dicembre 1965, giorno in
cui il reparto San Prisco I viene registrato
nell’elenco ufficiale dell’ASCI
(Associazione Scout Cattolici Italiani).
L’anno sociale ‘65/’66 è nella sua
storia l’anno ufficiale della nascita e dell’unione con
la grande famiglia degli scout di
tutto il mondo.
Dopo sei anni, nel 1971, nasce il
Branco dei Lupetti di S.Luigi Gonzaga, voluto da
Alfonso Rosmino,
primo Akela del gruppo sanprischese. Un evento che precede di tre
anni la fondazione dell’Agesci,
l’associazione Guide e Scout Cattolici Italiani, sorta
dalla fusione dell’ASCI con l’AGI, la
sua corrispondente femminile, entrambi di
ispirazione cattolica. Ragazzi e
ragazze dai 7 ai 21 anni in oltre 2000 diverse
realtà locali parrocchiali, di
quartiere o di paese, seguono i 30.000 adulti educatori
che propongono il metodo scout in
Italia.
La mostra fotografica ha attirato
tanti scout di oggi, di ieri e dell’altro ieri che,
attraverso le
foto, hanno ripercorso piccoli e grandi eventi della loro
adolescenza e giovinezza. Bastava un dettaglio o un particolare per
ricordare l’esperienza nel Bosco
di Roccamonfina o di come si erano
riparati da un furioso temporale. Grande ilarità nel ripensare alla
cucina del campo, scarna ed essenziale, ma con la grande
soddisfazione di averla preparata con
le proprie mani.
Calava la sera e la fatica, i disagi
si accantonavano e lasciavano il posto al
divertimento: l’importante
era stare tutti insieme!
Il canto, il suono della chitarra, le
piccole esperienze teatrali, il gioco,
costituivano il collante
della loro amicizia. Consapevoli di aver appreso,
proprio negli anni
della loro crescita, quel famoso senso critico che tanto
Baden –
Powell e il suo metodo cercavano di diffondere: saper distinguere
il bello dal brutto, l’utile
dall’inutile, il necessario dal superfluo, affinché si scegliesse
solo ciò che era giusto per respingere
ciò che era sbagliato. Una passione,
un’avventura, un’esperienza, un legame
che vive ancora nelle nuove generazioni di
Scout, tangibile proprio in quel
giorno di festa dove i padri accompagnavano i loro
figli-scout per mano, nella lunga
galleria di ricordi, il cui seguito è tutto ancora
da scrivere.
GALLERIA FOTOGRAFICA



|